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domenica 7 Luglio 2024
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Premio Lef, i vincitori della sesta edizione, il 13 luglio la consegna del riconoscimento

Sono Francesca Coluccia, Francesco Mula e Nadia Ricci i vincitori della sesta edizione del premio Lef Tesi di laurea. La commissione presieduta da Massimo Romano ha completato l’esame delle tesi che hanno partecipato alla selezione individuando quelle ritenute più meritevoli del riconoscimento. La cerimonia di consegna del premio si terrà il prossimo 13 luglio nella splendida cornice del Cnel a Roma. Dopo la fase della pandemia che ci ha costretti ad un evento virtuale online si torna dunque in presenza all’interno di un evento che sarà anche l’occasione per una riflessione sui principali temi di attualità del fisico: dalla delega per la riforma alla lotta all’evasione. Le tesi che hanno partecipato alla selezione sono state 28: si tratta di elaborati provenienti dalla principali Università del Paese che hanno affrontato la materia tributaria da molteplici sfaccettature. I lavori premiati affrontano questioni centrali nel sistema tributario del nostro Paese come la tassazione ambientale, l’imposta di successione e i reati tributari mostrando una particolare aderenza ai principi di equità a cui si ispira il premio Lef.

Francesca Coluccia, dell’Università degli Studi di Modena e Reggio nell’Emilia – Facoltà di Giurisprudenza, con una tesi dal titolo ‘I reati tributari nel DLgs 231/2001: Profili critici. Tra ne bis in idem e non punibilità dell’Ente’, analizza l’evoluzione giuridica e sociale che ha condotto a riconoscere una responsabilità degli enti. Viene chiarito bene il meccanismo di imputabilità dell’ente, partendo dal nesso teleologico tra il vantaggio arrecato dall’azione criminosa e uno specifico interesse dell’ente, accompagnato da un deficit organizzativo volto a prevenire la condotta criminosa della persona agente. Sotto tale ultimo profilo, viene evidenziato come il modello di valutazione e gestione del rischio fiscale previsto dalla procedura di “adempimento collaborativo” presenti profili di contiguità con il modello di risk assestment previsto dal Dlgs. N. 231/2001. La tesi affronta un tema attualmente non adeguatamente valorizzato nel dibattito pubblico e cioè quello della responsabilizzazione degli operatori economici rispetto a comportamenti che, di fatto, falsano la concorrenza e consentono di conseguire un indebito guadagno in termini di mancato pagamento di tributi o addirittura una vera e propria rendita fiscale.

Francesco Mula, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – Facoltà di Economia, con una tesi dal titolo ‘Imposta sulle successioni e donazioni: il potenziale ruolo nel contrasto della persistenza intergenerazionale delle condizioni economiche in Italia’, affronta un argomento cruciale ai fini del conseguimento dell’eguaglianza in senso sostanziale, sancita dalla  Costituzione, e cioè assicurare a tutti una parità di condizioni di partenza. La tesi affronta in controtendenza rispetto alle mode culturali del momento, l’imposta di successione, vista non in chiave di penalizzazione ai danni dei più ricchi, ma valutata in combinazione all’impiego del relativo gettito in favore della rimozione delle diseguaglianze che impediscono a chi dispone di meno risorse in partenza di potere estrinsecare le proprie capacità. Mula analizza le relazioni che intercorrono tra il concetto di uguaglianza di opportunità e il fenomeno della mobilità sociale. La tesi illustra anche stime empiriche che mostrano come l’Italia sia uno dei Paesi avanzati con una maggior persistenza intergenerazionale delle condizioni socioeconomiche. Emerge con chiarezza che l’attuale configurazione del tributo non sia adeguata all’odierno quadro economico. In conclusione, nella tesi si evidenzia che le ragioni che fanno propendere per una valorizzazione dell’imposta sulle successioni all’interno del sistema tributario italiano non sono solo di natura equitativa, ma anche legate al criterio di efficienza economica.

Nadia Ricci, dell’Università degli Studi di Perugia – Dipartimento di Economia, con una tesi dal titolo ‘La tassazione ambientale: tra diritto ed economia’, prende in esame un argomento di particolare attualità e cioè la tutela dell’ambiente. L’argomento è affrontato sia sotto il profilo economico-quantitativo che giuridico. Nella tesi si individua quale forma di intervento pubblico più efficace quello di una imposizione indiretta sui consumi dei prodotti maggiormente inquinanti. Un ulteriore profilo di interesse della tesi concerne l’analisi del rischio di regressività di una tale imposizione: a tal riguardo, Nadia Ricci evidenzia come, al fine di contemperare efficacia ed equità di un sistema impositivo, occorra esaminare il fenomeno del prelievo fiscale e quello dell’impiego del gettito in un quadro sinottico. La tesi si pone l’obiettivo di individuare la modalità di intervento da parte del Settore pubblico più idonea a sopperire all’inefficienza dei mercati. L’analisi svolta mira ad individuare quale sia la forma di prelievo più equa ed efficace rispetto agli obiettivi della tutela ambientale e della progressività della tassazione. E’ compito del prelievo fiscale “internalizzare” il costo corrispondente al consumo della risorsa ambientale, riequilibrando il rapporto tra utilità individuale e collettiva, rendendo meno conveniente il consumo della risorsa ambientale. Partendo dall’assunto che il principio di capacità contributiva e il suo corollario della progressività sono una estensione dei principi di solidarietà ed uguaglianza, la tesi aderisce all’orientamento per il quale il tributo più idoneo a dare forma alla tassazione ambientale sia l’imposta, qualificando il consumo della risorsa ambientale quale elemento di capacità contributiva.

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