Stop all’Imu agricola e alla tassa sugli imbullonati nel 2016, cui far seguire tagli a Ires, Irap e nuovi interventi sul fronte dell’imposta sul reddito e pensioni. Un piano di alleggerimento della pressione fiscale da quasi 45 miliardi nel prossimo triennio: è quanto ha promesso ieri il premier Matteo Renzi nel corso dell’assemblea Pd. Dagli annunci alla realtà, però, il passo non è breve. Già quest’anno andranno sterilizzate le clausole di salvaguardia di quest’anno (aumenti automatici di Iva e accise sui carburanti per 12,8 miliardi) cui vanno aggiunte quelle ereditate dal Governo Letta (3,3 miliardi di aliquote d’imposta e taglio di agevolazioni fiscali) per un totale di 16,2 miliardi. In più c’è il nodo della reverse charge, che dovrà essere coperta con 700 milioni, e lo sblocco dell’indicizzazioni delle pensioni. Le risorse dovrebbero essere recuperate dalla spending review (ottimisticamente non più di 10 miliardi), tra le cui voci c’è la revisione delle tax expediture, che però determinerebbe un aumento della pressione fiscale. Possibile che si utilizzi la leva del deficit per finanziare la riduzione delle tasse. Di Davide Colombo e Marco Rogari, da Il Sole 24 Ore.
Rassegna stampa del 19 luglio 2015
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