Non c’è il rischio che la bocciatura della Consulta renda nulli tutti gli atti firmati dai dirigenti dell’Agenzia delle entrate nominati senza concorso. Ad escludere l’ipotesi è il costituzionalista Enzo Cheli, secondo il quale la giurisprudenza in materia sarebbe abbastanza univoca: già in passato sia il Tar che il Consiglio di Stato hanno stabilito, seppure in linea di principio, che l’annullamento della nomina di un dirigente non comporta l’annullamento degli atti da lui firmati. Lo stesso dovrebbe valere ora perché, secondo Cheli, nella sentenza la Corte non mette in discussione le azioni passate, seppure effettuate sulla base di norme illegittime. Di Mario Sensini, da Il Corriere della Sera.
Ciononostante, il rischio di paralisi per l’Agenzia delle entrate resta vivo. Se per gli atti passati può valere la tesi di Cheli, è altrettanto vero che da ieri quei dirigenti- molti dei quali in posizioni “chiave”- non hanno più potere di firma. Una possibilità da scongiurare, a maggior ragione ora che sono entrati nel vivo due progetti molto delicati per il Fisco: il 730 precompilato da un lato, la voluntary disclosure dall’altro. Non è un caso che ieri Padoan abbia ricevuto i vertici dell’Agenzia per discutere della vicenda: in ballo ci sono centinaia di dirigenti, ai quali si potrebbe affidare una delega speciale in attesa che venga definito un nuovo concorso. Di Andrea Bassi, da Il Messaggero.