La buona notizia è che la Commissione europea potrebbe dare l’ok definitivo allo split payment, la procedura che affida all’erario il compito di versare l’Iva al posto dei fornitori della Pa. La cattiva è che, contestualmente, Bruxelles boccerà l’estensione del reverse charge alla grande distribuzione organizzata. Se il no fosse confermato, dal primo luglio scatterebbero automaticamente gli aumenti delle accise per coprire il “buco” da 700 milioni di euro: un rischio che il governo potrebbe evitare attingendo al tesoretto da 1,6 miliardi o aumentando al 2,8% il deficit per il 2015, per fare fronte anche alla rivalutazione delle pensioni decisa dalla Consulta. Di Dino Pesole, da Il Sole 24 Ore.