Tagli alla spesa pubblica nell’ordine di 10 miliardi di euro per evitare l’attivazione della clausola di salvaguardia, Pil rivisto all’insù dello 0,1% e rinvio del pareggio di bilancio al 2018. Sono questi i capitoli più importanti del Def, il documento di economia e finanza, che il Governo conta di mettere nero su bianco quest’oggi, in attesa dell’ok definitivo previsto per venerdì. D’accordo con Bruxelles, quest’anno il deficit/Pil dovrebbe restare al 2,6% per poi ridursi all’1,8% nel 2016. Impegno non semplice, che l’esecutivo spera di raggiungere con la crescita del Pil, stimato nel 2015 allo 0,7%. Non solo. Nel documento dovrebbe essere tracciato un piano per il taglio alla spesa corrente, intervenendo sulla Pa – con l’attuazione della riforma Madia- partecipate pubbliche, centralizzazione degli acquisti delle amministrazioni, razionalizzazione delle tax expediture (anche se qui c’è il rischio di un aggravio della pressione fiscale) e altri tagli di spesa al livello regionale. Il tutto per disinnescare la clausola di salvaguardia, che comporterebbe aumenti di Iva e accise per 17 miliardi nel 2016 e 22 nel 2017. Di Mario Sensini, da Il Corriere della Sera.
Rassegna stampa del 7 aprile 2015
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