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sabato 5 Ottobre 2024
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Redditi 2014, la metà dei contribuenti dichiara meno di 16mila euro. Solo lo 0,1% sopra i 300mila

Il Mef ha diffuso i dati sulle dichiarazioni dei redditi 2014: il 5% dei contribuenti dichiara più di 50 mila euro, solo lo 0,1% di super ricchi. Il 46% vive con meno di 15mila euro.  

Sono circa 41 milioni i contribuenti che nel 2014 hanno presentato la dichiarazione dei redditi con i modelli Unico, 730 e 770. Di questi, la metà ha dichiarato un reddito annuo non superiore ai 16.213 euro, in pratica 1.300 euro al mese. Lo fa sapere il dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia, che ieri ha diffuso i dati sulle dichiarazioni dei redditi 2014. Complice la contrazione del tasso di occupazione (-0,8%), lo scorso anno hanno assolto l’obbligo dichiarativo 425mila contribuenti in meno rispetto al 2013: per la maggior parte si tratta di lavoratori dipendenti (-334mila), in particolare quelli a basso reddito e nella fascia 25-44 anni, seguiti dalle imprese (-60mila). In calo anche le dichiarazioni dei redditi da pensione (-168.000), che secondo il Mef potrebbero aver subito gli effetti della riforma Fornero.

Ricchi e poveri. Quanto ai dati complessivi, il reddito totale dichiarato nel 2014 è stato di 811 miliardi, in crescita dello 0,6% rispetto al 2013, che spalmati su 41 milioni di contribuenti si traduce in un reddito medio annuo di 20.070 euro (+1,5%). Cresce, anche se di poco, il reddito mediano – in pratica il reddito massimo per il 50% degli italiani- che si attesta a 16.213, rispetto ai 15.723 euro registrati nel 2013. Scorporando i dati regione per regione, il reddito medio più alto si registra in Lombardia (23.680) e Lazio (22.310 euro), mentre nel meridione cresce meno rispetto alla media nazionale, con la Calabria (14.390 euro) fanalino di coda.

Al primo posto gli autonomi. A contribuire maggiormente al reddito complessivo sono, come sempre, i redditi da lavoro dipendente e da pensione (82%), con questi ultimi che per la prima volta superano la quota del 30%. I più ricchi sono gli autonomi con un reddito medio di 35.660 euro, seguiti a distanza da lavoratori dipendenti (20.600 euro), imprenditori (17.650, ma sale a 28.840 per quelli in contabilità ordinaria) e i pensionati (16.280). Ultimo posto per i redditi medi da partecipazione in società di persone, pari a 15.670 euro, anche se va ricordato che i redditi da capitale sono soggetti a tassazione sostitutiva e non rientrano nell’Irpef.

5mila euro l’Irpef medio. Nel complesso, l’Irpef netta totale mostra un andamento stabile rispetto al 2013, attestandosi a 152,2 miliardi. Circa 31 milioni di contribuenti dichiarano un’imposta netta Irpef di 4.910 euro in media, mentre i restanti 10 milioni sono dispensati dal pagamento dell’imposta: alcuni hanno un reddito che rientra nella fascia di esenzione, altri hanno l’aliquota azzerata per effetto delle detrazioni fiscali.

Diseguaglianza. I risultati più interessanti sono nell’analisi per classi di reddito, dalla quale emerge che il 46% dei contribuenti ha un reddito inferiore ai 15mila euro e contribuisce all’Irpef totale per il 5%, mentre il 5% dei contribuenti che dichiara più di 50mila euro incide sul gettito potenziale complessivo per il 37%. In mezzo, c’è il 49% della “classe media”, quella che dichiara un reddito compreso fra il 15 e i 50mila euro, che versa il 58% dell’imposta totale. Bassissima la percentuale dei super ricchi con un reddito dichiarato superiore ai 300mila euro, ai quali è applicato anche un contributo di solidarietà del 3% che frutta 252 milioni di euro: in tutto sono 30.000 soggetti, in sostanza lo 0,1% dei contribuenti totali.

Addizionali. Positivo anche l’andamento delle addizionali Irpef, che nel 2013 ammonta a 11,2 miliardi (1,5%). L’addizionale regionale sale in media di 10 euro, affermandosi a 370 euro: l’imposta è più cara nel Lazio (470 euro) e Campania (440), quella più bassa è della Basilicata (250 euro). Sull’altro versante, continua il rincaro delle addizionali comunali, che nel 2013 ammontano a 4,4 miliardi (+8,9%, dopo l’aumento del 20% registrato nel 2012), per un’imposta media di 170 euro: anche qui il Lazio è al primo posto (220), mentre la Provincia autonoma di Bolzano conquista l’ultimo posto (60 euro).

Immersi nelle tax expediture. Decisamente rilevanti le cifre riguardanti deduzioni e detrazioni. La giungla di Tax expediture, che con la delega fiscale si è promesso di disboscare per ridurre la pressione fiscale complessiva, raggiunge tutti i tipi di reddito per un ammontare complessivo di 93,6 miliardi. Di questi, 29,2 sono determinati dalle detrazioni; 64,4 dalle deduzioni. Sono applicate soprattutto sui redditi da lavoro dipendente (63,3), carichi di famiglia (20,4 per cento), oneri detraibili (19%), spese mediche (8,1%), spese per il recupero edilizio (5,4%) e l’efficientamento energetico (2,3%).

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