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sabato 5 Ottobre 2024
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Redditi, nel 2012 sotto 18.000 euro bar, gioiellieri e taxi, italiani dichiarano in media 19.600 euro

I dati del Mef confermano che i lavoratodi dipendenti con 20.000 euro dichiarano in media più di commercianti e artigiani e imprenditori. Molte categorie si collocano anche sotto i pensionati a quota 15.500 euro.

I lavoratori dipendenti dichiarano più di gioiellieri, tassisti e gestori di bar. E’ quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2012, rese note dal ministero dell’Economia. Nulla di nuovo verrebbe da dire. I dati infatti confermano quanto già emerso negli anni scorsi. E cioè che nel nostro paese i lavoratori dipendenti in media dichiarano più dei loro datori di lavoro e anche di molti professionisti. Forse un pò incide anche la crisi economica che ha ridotto i guadagni di molti artigiani e professionisti, ma l’impressione che l’evasione si mantiene elevata viene pienamente confermata dai dati delle dichiarazioni. Nel 2012 a fronte di un reddito medio dichiarato di 19.600 euro si sono collocati sotto i proprietari di bar con 17.800 euro lordi, i gioiellieri 17.300 i tassisti 15.600. Ancora meno hanno dichiarato i parrucchieri con 13.000 e gli istituti di bellezza con 7.200 euro l’anno. Veramente poco se confrontato con i 20.000 euro dei lavoratori dipendenti e i 15.500 dei pensionati. Dalle tabelle del ministero emerge anche che i contribuenti che nel 2012 hanno presentato la dichiarazione Iva sono stati poco più di 5 milioni con un calo dell’1,1% dovuto principalmente ai soggetti che hanno scelto il regime dei cosiddetti minimi. L’applicazione degli Studi di settore ha riguardato 3,455 milioni di soggetti (per il 63% persone fisiche), con un calo dello 0,8% rispetto all’anno precedente, dovuto anche alle crescenti adesioni al regime dei contribuenti minimi.

Redditi per categorie. Meno di 18 mila euro a testa è quanto guadagnano in media alcune categorie di professionisti, stando alle dichiarazioni dei redditi 2012, su anno d’imposta 2011, pubblicate dal Ministero dell’Economia. Ad avere un reddito inferiore ai 18 mila euro sono i gestori di bar e gelaterie, con 17.800 euro, i gioiellieri, con 17.300 euro, i giornalai, con 16.399 euro, i tassisti, con 15.600, i calzolai, con 10.800 euro, i fiorai, con 13.200 euro, gli antiquari, con 9.900 euro, le tintorie, con 9.100 euro, i librai, con 8.100 euro, e i sarti con 8.600 euro. Sono addirittura in perdita i gestori di night club e discoteche, con -1.300 euro, e i pescatori, con -1.400 euro. Rispetto al valore medio complessivo (pari a 19.655 euro), il reddito medio da pensione è inferiore del 21% (15.520 euro), il reddito da lavoro dipendente è superiore di circa il 2% (20.020 euro) mentre, in generale, quello da lavoro autonomo è più del doppio (42.280 euro).

Studi di settore. Il calo del numero dei soggetti nelle attività manifatturiere (-11.500 pari a -3,3%) e del commercio (-7.900 pari a -1,1%) è legato anche alla stagnazione economica, in un contesto economico che presentava una crescita contenuta del PIL (+1,7% in termini nominali e +0,4% in termini reali).
Nel 2011 si segnala un lieve aumento dei ricavi/compensi medi pari allo 0,2% rispetto all’anno precedente (230 mila euro il ricavo/compenso medio) mentre i ricavi/compensi totali calano (-0,6%, 793,3 miliardi di euro il totale dichiarato), con andamenti differenziati all’interno dei settori: il settore delle attività professionali cresce (+1,1%) mentre i settori manifatturiero (-1,2%), del commercio (-1,0%) e dei servizi (-0,4%) registrano un calo. 
Il reddito totale dichiarato, pari a 106,2 miliardi di euro, mostra un andamento positivo (+1,3%); il reddito medio dichiarato è risultato pari a 28.000 euro per le persone fisiche (+2,4% rispetto al 2010), 38.400 euro per le società di persone (+2,2%) e 32.000 euro per le società di capitali ed enti (+1,3%).
Ponendo l’attenzione sull’attività esercitata, il reddito medio dichiarato più elevato si è registrato nel settore delle attività professionali (49.900 euro, +0,8%) seguito dal settore delle attività manifatturiere (32.800 euro, +12,4%), dal settore dei servizi (27.300 euro, +1,6%), mentre il reddito medio dichiarato più basso si è registrato nel commercio (20.000 euro, -1,9%). Un confronto tra i livelli di reddito medio dei soggetti congrui e non congrui evidenzia differenze molto elevate: escludendo i soggetti di minori dimensioni, si passa complessivamente da un reddito medio di 44.200 euro per i soggetti congrui ad una perdita media di 2.300 euro per quelli non congrui.

Dichiarazioni Iva. I contribuenti con volume d’affari oltre 5,165 milioni di euro (circa l’1,2% del totale dei soggetti, prevalentemente società di capitali) detengono circa il 70% del totale. 
Dal confronto con l’anno precedente emerge che sia il volume d’affari complessivo dichiarato (pari a 3.241 miliardi di euro) che gli acquisti ed importazioni (pari a 2.639 miliardi di euro) hanno registrato un incremento rispettivamente del 4,4% e del 5,4%, determinando sostanzialmente una stabilità del valore aggiunto fiscale. La ripresa del volume d’affari (+136 miliardi di euro) è attribuibile principalmente ai settori energetico (+70 miliardi di euro) e del commercio (+30 miliardi di euro). Relativamente alle sezioni di attività economica si rileva che il settore del commercio è quello maggiormente rappresentativo della platea dei contribuenti (25%) e detiene la quota maggiore sia del volume d’affari (29%) sia dell’Iva di competenza (35%). 
Dal punto di vista territoriale, in base alla residenza dei contribuenti, si osserva che al Nord-ovest viene dichiarato il 39,8% del volume d’affari complessivo e si produce il 43,4% dell’Iva di competenza. Sono circa 16.000 i contribuenti che hanno compilato il campo relativo al differimento dell’Iva all’anno successivo, per un imponibile di circa 235 milioni di euro.

Società di persone. Le dichiarazioni delle società di persone pervenute nel 2012, relative all’anno d’imposta 2011, sono 976.896 ed evidenziano una diminuzione del numero di dichiaranti pari all’1,6%, in linea con l’andamento dell’anno precedente. Tale diminuzione è dovuta sia al fenomeno crescente della mortalità delle società di persone che a quello della trasformazione societaria con il corrispondente incremento del numero delle società di capitali negli ultimi anni. Tale ultimo aspetto ha interessato più di 6.400 società. Il reddito medio dichiarato dalle società di persone, pari a 41.690 euro, subisce un decremento dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Tra i settori economici si evidenzia un incremento del reddito d’impresa nel settore manifatturiero (+1,5% rispetto al 2010), e nel settore “alloggio e ristorazione” (+3,9%), di converso il settore del commercio ha subito una contrazione (-3,8%) ed il settore delle costruzioni continua a registrare cali (-7,6%).

Ace – aiuto alla crescita economica. A partire dall’anno 2011 è stata introdotta una novità normativa riguardante la deduzione dal reddito d’impresa del rendimento figurativo del capitale proprio, fissato al 3% nei primi tre anni di applicazione della normativa (2011-2013). Tale agevolazione si applica ai soggetti Ires e ai soggetti Irpef in contabilità ordinaria (persone fisiche e società di persone)
I dati al momento disponibili riguardano i soli soggetti Irpef: si evidenzia che circa 230.000 persone fisiche hanno usufruito dell’agevolazione ACE per un ammontare di circa 890 milioni di euro dedotti dal reddito, di cui 720 milioni provenienti da partecipazioni in società di persone e 170 milioni da coloro che svolgono direttamente l’attività d’impresa. Le società di persone che hanno utilizzato tale agevolazione sono più di 80.000.
L’ACE, che ha l’obiettivo di incentivare l’uso del capitale proprio, dimostra quindi la sua efficacia per i soggetti Irpef, tipicamente piccole e medie imprese.

Per i dati completi: http://www.finanze.gov.it/export/finanze/Per_conoscere_il_fisco/studi_statistiche/index.htm

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