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lunedì 10 Marzo 2025
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Scandalo Swissleaks, parla Falciani: “I servizi italiani sapevano tutto dal 2008”

L’informatico italo francese ha rivelato che l’inchiesta giudiziaria fu bloccata per ragioni politiche nel 2009, in concomitanza con l’introduzione dello scudo fiscale voluto da Tremonti.  

“I servizi italiani erano a conoscenza della mia lista dal 2008, ma alla fine arrivò uno stop: mi dissero che il problema era politico”. Così Hervé Falciani, l’informatico che nel 2008 si impossessò di un elenco con oltre 100mila conti della Hsbc. L’ex funzionario del colosso bancario, intervenuto a Roma durante la presentazione del suo libro, si è soffermato sulla sua esperienza con le autorità italiane: “mi dicevano che Guardia di Finanza e Procura Antimafia facessero a gara per avere prima i miei dati, i servizi mi proposero anche di lavorare con loro perché ero l’unico a saper decriptare quei file”. Poi lo stop, per “ragioni politiche”, ha detto Falciani. Nel 2009 l’informatico inizia a collaborare con i magistrati italiani; lo stesso anno, in piena estate, l’allora ministro dell’Economia Tremonti vara lo scudo fiscale. A chi gli chiedeva se lo scudo fosse per proteggere qualcuno, Falciani ha risposto: “basta vedere chi ha scritto e votato quella legge: lo hanno fatto per difendere interessi particolari, non generali”. Una parentesi anche sulla Santa Sede: “Appena il Vaticano venne a sapere delle indagini sui conti dello Ior bloccò tutto”, ha spiegato l’informatico, lanciando poi un appello a Papa Francesco affinché “consenta le investigazioni e dia l’esempio a tutti”. Gli strascichi dello scandalo Swissleaks non sono ancora finite, ma: “se continueremo ad appoggiarci alle liste otterremo pochi risultati”. L’informatico fa riferimento ai soli 30 milioni di euro recuperati dal Fisco grazie alla lista: “L’Italia è un esempio di quello che sto dicendo, con le vostre regole non è possibile contrastare efficacemente l’evasione fiscale”.

Interesse solo dai 5 Stelle. Per Falciani “il cambiamento non può arrivare dalla finanza”, ma al contrario “deve essere imposto dalle democrazie, attraverso verifiche esterne e indipendenti. Oggi i controlli sono effettuati da imprese pagate dalle stesse banche: un circolo vizioso che va cambiato, ma c’è bisogno della volontà politica”. L’informatico, da mesi in contatto con Podemos in Spagna e Syriza in Grecia, si è detto disposto a collaborare con Renzi, ma al momento “gli unici che stanno dimostrando interesse sono i 5 Stelle”.

Cambio di strategia. Nel frattempo, da ieri rimbalza da Ginevra la notizia che i magistrati elvetici abbiano aperto un fascicolo nei confronti dell’Hsbc e ordinato una perquisizione negli uffici. Un passo in avanti per l’informatico, ma non basta: “Ci vuole una strategia per fare in modo che si realizzino le cose. Il cuore della banca è il servizio informatico, su cui ci sarebbe la possibilità di controllo”, ma “le troppe pressioni hanno impedito fino ad oggi di cambiare il sistema”. 

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