back to top
sabato 5 Ottobre 2024
spot_img
spot_img

Squinzi, fisco zavorra per le imprese con pressione reale al 68,5%, urge riforma

Secondo il neo presidente di Confindustria, bisogna utilizzare i proventi della lotta all’evasione per ridurre la pressione fiscale sul lavoro

Il peso del fisco è una “zavorra intollerabile” per le imprese con la pressione fiscale reale complessiva per chi paga le tasse al 68,5%. Serve una riforma urgente utilizzare i proventi della lotta all’evasione per ridurre questo carico su imprese e lavoro. Il nuovo presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi nel suo primo intervento all’assemblea degli industriali chiede al governo interventi per rilanciare la crescita. Oltre alla riforma del lavoro che non va bene, la revisione della spesa pubblica che è inadeguata, uno degli elementi che aumentano la difficoltà di fare impresa nel nostro Paese, secondo Squinzi, è il peso del fisco. Una «zavorra
intollerabile» in Italia, con una pressione fiscale reale complessiva «al 68,5% contro il 52,8% in Svezia, il 46,7% in Germania, il 37,3% nel Regno Unito».Per il neo-presidente di viale dell’Astronomia dunque «c’è urgente bisogno» di una riforma.

Nel suo discorso all’Auditorium Parco della Musica a Roma, Squinzi non ha usato mezzi termini nel descrivere la situazione drammatica in cui si trova il Paese, le imprese in particolare. «Nel 2011 il total tax rate, inclusivo di tutte le tasse e i prelievi, compresi gli oneri sociali, gravanti su una piccola impresa-tipo, era pari in Italia al 68,5%». E’ necessario dunque «dare concreta prospettiva di riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro. Si tratta di una «zavorra intollerabile che si aggiunge ad altre zavorre che penalizzano le imprese italiane: una burocrazia che per i soli adempimenti ci costa 45 miliardi in più rispetto ai migliori esempi nel resto d’Europa; un’energia elettrica che ci costa, in media, il 30% in più che negli altri paesi europei».

Per questo, ha aggiunto Squinzi, «diciamo che i proventi della lotta all’evasione, che è sacrosanta, devono essere utilizzati per ridurre la pressione fiscale su chi produce ricchezza ossia sul lavoro e sull’impresa. Per questo diciamo no a nuovi balzelli o a tasse fantasiose che creerebbero solo incertezza e sfiducia. Per questo diciamo che occorre privatizzare, oltre che liberalizzare, e valorizzare il patrimonio pubblico con l’obiettivo della riduzione del debito». Quello che il presidente di Confindustria ha chiesto inoltre è «un impegno serio, determinato, continuo per ridurre la spesa pubblica». «Non possiamo accontentarci di una spending review che sia solo una bella analisi dei tagli possibili, servono tagli veri. Gli italiani stanno sopportando grandi sacrifici non capiscono perché l’azienda Stato non possa risparmiare come risparmia l’impresa nella quale lavorano, come stanno risparmiando nelle loro famiglie».

Dello stesso autore

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

Altro in Attualità

Rubriche