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domenica 1 Settembre 2024
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Stabilità, è legge: da bonus Irpef a reverse charge tutte le misure della manovra

 

La manovra è legge. Dopo una giornata movimenta dai grillini, ne sono stati espulsi 13, è arrivato il via libera definitivo da parte di Montecitorio. La Camera con 307 voti favorevoli, 116 contrari e 2 astenuti ha approvato lo stesso testo del Senato in terza lettura. La manovra, da 32 miliardi, contiene le misure aggiuntive da 4,5 miliardi richieste dall’Ue, che riducono l’indebitamento netto per il 2015 dal 2,9% al 2,6%. Confermato il bonus da 80 euro, il bonus bebè e gli sgravi per le ristrutturazioni. Nel testo, però, anche tante tasse, più o meno nascoste: dall’Imu sui macchinari industriali alla stretta su lavoratori autonomi, risparmio amministrato e utili delle fondazioni. Tra le novità, c’è la riduzione in extremis del taglio ai patronati (35 milioni, rispetto ai 150 inizialmente preventivati) e l’introduzione di una “patent box”, con sconti fiscali per chi deposita marchi o brevetti. Nel testo anche l’aumento dal 10 al 22% dell’Iva sul pellet e un sostanziale condono per i centri scommesse non autorizzati: per l’opposizione si tratta dell’ennesimo favore alle lobby del fossile e dei giochi.

Bonus Irpef. Confermato anche per il 2015 il bonus Irpef di 80 euro, che si applica ai redditi di lavoro dipendente, di collaborazione coordinata e continuativa, compensi per lavori socialmente utili e prestazioni pensionistiche erogate dai fondi di previdenza complementare. La misura è destinata solo ai lavoratori con un reddito annuo compreso fra gli 8.145 e i 24mila euro, mentre per quelli dai 24mila ai 26 mila il bonus si riduce proporzionalmente secondo il meccanismo di dècalage. A dispetto degli annunci, la platea dei destinatari non viene estesa: restano fuori dalla norma pensionati, incapienti e Partite Iva.

 

Bonus bebè. Entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2015. L’assegno, da 960 euro annuo per ciascun figlio fino a tre anni, sarà erogato solo alle famiglie con Isee inferiore ai 25mila euro, ma si raddoppia se inferiore ai 7mila. Previsto poi un fondo di 45 milioni di euro da stanziare, sotto forma di buoni acquisto, alle mamme con almeno quattro figli e un Isee inferiore a 8.500 euro.

 

Bonus edilizia. Sulla scia tracciata dal Governo Letta con il “decreto crescita”, sono confermati e prorogati di un ulteriore anno gli sgravi fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche. Il “bonus edilizia” prevede un credito d’imposta del 65% per lavori legati all’efficientamento energetico; del 50% per i lavori di recupero abitativo. Tra le novità, c’è l’aumento dal 50% al 65% dell’incentivo per i lavori di prevenzione antisismica.

 

Canone Rai. Novità anche su fronte del canone Rai. Se da un lato tramonta l’idea di legare il canone alla bolletta energetica, dall’altro si è deciso di congelare la tassa ai livelli 2014 (pari a 113,50 euro) anche per il 2015.

 

Utili delle fondazioni. Decisa stretta sugli utili distribuiti da fondazioni ed enti non commerciali, su cui il prelievo viene innalzato dal 5 al 77,74%. Per bilanciare l’aumento, il Governo introduce un credito d’imposta che è pari, almeno per il 2014, alla maggiore imposta dovuta.

 

Fondi pensione e casse di previdenza. Cattive notizie sul fronte del risparmio amministrato. Viene confermato, infatti, l’aumento dal 20% al 26% della tassazione delle casse di previdenza e dall’11,5% al 20% sui risultati annuali di gestione dei fondi pensione. Per limitare i danni, il Governo mette a disposizione un fondo di 80 milioni di euro per erogare crediti d’imposta del 9% ai fondi pensione che investiranno nell’economia reale.

 

Tfr in busta paga. Confermata anche la discussa liquidazione in busta paga. La misura sarà attivata in via sperimentale a partire dal primo marzo 2015 ed è destinata ai soli dipendenti privati. L’efficacia della proposta, comunque, resta dubbia: il fatto che la quota di Tfr mensile sia soggetta alla tassazione Irpef ordinaria anziché a quella separata, prevista per i trattamenti di fine rapporto, pone un evidente disincentivo all’adesione, anche perché i lavoratori sarebbero vincolati al trattamento fino al 2018.

 

Giochi. Niente più aumento del Preu, il prelievo unico erariale, dall’1% al 5%: come contropartita viene introdotta una tassa da 500 milioni su Vlt e New slot. Viene poi anticipata al 2015 la gara per l’affidamento del gioco del lotto, che dovrebbe portare in dote 350 milioni di euro. Infine, per i centri di scommesse non autorizzati arriva la sanatoria: entro il 31 gennaio, presentando una dichiarazione di impegno per la regolarizzazione fiscale, potranno ottenere la licenza versando 10mila euro più le imposte dovute.

 

Imu sui macchinari. Nel maxiemendamento viene inserita anche una sorta di patrimoniale sui beni d’impresa. In sostanza, facendo riferimento alla circolare del 2012 dell’ Agenzia del Territorio, si assegna una rendita catastale a impianti e macchinari industriali, in quanto essenziali per la caratterizzazione della destinazione economica, e di conseguenza saranno assoggettati a Imu e Tasi.

 

Irap. Per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, si introduce la totale deducibilità della la componente lavoro dalla base imponibile dell’Irap. Nella norma è prevista l’introduzione del credito d’imposta Irap al 10% per aziende senza dipendenti. Sulla misura i tecnici della commissione bilancio della Camera hanno ammonito il governo circa i rischi di una procedura da parte di Bruxelles, in quanto il beneficio sarebbe destinato a una specifica categoria di contribuenti.

 

Split payment. Entrerà a regime il meccanismo di “split payment”, che affida all’erario il compito di versare l’Iva al posto dei fornitori della Pa.

 

Regime dei minimi. Se da un lato si riducono adempimenti e comunicazioni, dall’altra aumenta la tassazione per le Partite Iva. L’aliquota della sostitutiva di Irpef, Ires, Irap e Iva passa dal 5% al 15%. La possibilità di restare nel regime agevolato, fino ad oggi limitata a un arco temporale di 5 anni, non avrà limiti di tempo. Il forfait, comunque, sarà escluso sia ai contribuenti con un reddito prevalente rispetto a quello autonomo, sia a chi ha un reddito superiore ai 20mila euro.

 

Reverse Charge Iva. Il meccanismo di inversione contabile, che sposta l’onere del versamento Iva sul consumatore, viene esteso al settore energetico, edile e alla grande distribuzione organizzata. Secondo le  del Governo, con la misura si dovrebbero recuperare 700 milioni di euro di evasione fiscale.

 

Tasi e Imu. In attesa della local tax, la tassa comunale unica che dovrebbe essere introdotta nel 2015, vengono congelati gli aumenti di Imu e Tasi per il 2015, pari al 6 per mille, che sarebbero stati attivati automaticamente.

 

Clausola di salvaguardia. Nel caso in cui il Governo non riuscisse a mantenere gli impegni di spesa, scatterebbero automaticamente gli aumenti su Iva (fino al 25,5% nel 2018), benzina e gasolio, oltre a ulteriori estensioni dei meccanismi di split payments e reverse charge.

 

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