Nonostante la proroga serve un tour de force per varare le misure previste. L’ultimo stop spiegato con l’assenza di Padoan impegnato a Bruxelels, ma è probabile che su alcune misure l’esecutivo stia ancora riflettendo.
Sul fisco arriva l’ennesimo stop. Annunciato a più riprese come tappa fondamentale per la presentazione del primo scaglione di decreti attuativi della delega, il consiglio dei ministri del 20 febbraio ha in realtà prodotto un altro rinvio, il secondo in meno di due mesi. Uno slittamento ufficialmente dovuto all’impegno di Padoan alla riunione dell’Eurogruppo di Bruxelles. Probabilmente un escamotage per prendere ancora tempo, come ha ammesso lo stesso Renzi in consiglio dei ministri: “le polemiche delle settimane scorse mi hanno confermato che non possiamo permetterci passi falsi verso l’esterno, quindi i 15 giorni in più che ci prendiamo li useremo per affinare dove necessario”. Nonostante la proroga di tre mesi, i tempi per l’attuazione della delega tornano però a restringersi: entro maggio l’esecutivo dovrà predisporre i decreti delegati su contenzioso tributario, catasto, semplificazioni e agevolazioni. In pratica l’intero contenuto della delega fiscale da attuare in meno di tre mesi. Difficile da credere, considerato il passo da lumaca tenuto fino ad oggi: a distanza di undici mesi dall’approvazione della legge delega sono stati disposti appena tre decreti, in sostanza meno del 15%.
Rinvii e cambi di programma. Un ritardo sempre più consistente, in parte dovuto al discusso decreto attuativo sulla certezza del diritto. Presentato in Cdm alla vigilia di Natale, il testo venne poi rapidamente ritirato per via della norma “Salva Silvio” sulla depenalizzazione delle frodi fiscali sotto la soglia del 3%, inserita da una “manina” tanto lesta quanto, finora, anonima. Fu allora che il governo promise di presentare lo schema di decreto riveduto e corretto per il 20 febbraio, assieme ad un pacchetto con altri sette decreti delegati. Soluzione impraticabile, visto il poco tempo a disposizione delle commissioni parlamentari per esaminare i testi. Ecco quindi l’ennesimo cambio di programma: proroga di ulteriori tre mesi della delega e suddivisione dei decreti in due tranche, la prima da presentare entro febbraio su fatturazione elettronica, nuovo catasto e semplificazioni per le imprese; la seconda entro maggio su accertamento, contezioso e penale tributario. Ora un altro stop alla tabella di marcia: la riforma fiscale, evidentemente, può attendere.