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sabato 27 Luglio 2024
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Superbonus 110%, nuvole all’orizzonte? per Ue potrebbe essere troppo oneroso

Il Superbunus 110% è sotto la lente di Bruxelles soprattutto per l’eccessiva onerosità della misura. L’agevolazione è stata introdotta dal Dl 18 maggio 2020 n. 124 (cd. Decreto Rilancio)
con il duplice obiettivo di ridare respiro alle imprese edili ed avvicinare il Paese agli obiettivi di crescita
green declinati dalla Commissione von der Leyen sin dall’avvio del suo mandato.
Al riguardo l’Enea stima che il settore di sviluppo conseguente al varo del Superbonus muoverà oltre 140
miliardi di euro, determinando una poderosa lievitazione del numero dei cantieri.
L’agevolazione, come noto, eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute per interventi di
efficienza energetica, antisismici, installazione di impianti fotovoltaici e di infrastrutture per la ricarica di
veicoli elettrici effettuati dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, con possibilità di proroga per i sei mesi
successivi se, alla data del 30 giugno 2022, risulti realizzato almeno il 60% dell’intervento complessivo.

L’introduzione del Superbonus è stato accompagnato da un grande entusiasmo che comunque deve fare i conti
con la complessità delle procedure e con le stringenti condizioni di accesso agli incentivi. Basti pensare al
carico documentale richiesto ai proprietari degli immobili ed ai professionisti in fase di progettazione ed
esecuzione dei lavori nonché in fase di asseverazione delle attività. Onere che risulta ancor più gravoso
ove si consideri che spesso la documentazione occorrente deve essere reperita presso Uffici pubblici
(Ufficio tecnico del comune) la cui apertura, in epoca di pandemia, non è assicurata con continuità.
La pubblica amministrazione è intervenuta in modo mirato, schierando nutrite e valide task force per far
fronte ai dubbi ed incertezze della vasta platea degli interessati. E’ senza sosta, difatti, l’attività
consulenziale degli enti appositamente preposti per fornire risposte e chiarimenti su tematiche
fondamentali per la fruizione del Superbonus quali i soggetti beneficiari; le tipologie di immobili
ammessi; gli interventi previsti; i limiti di spesa; le modalità di esercizio dell’opzione per la cessione del credito o per lo sconto in fattura.

Accanto a considerazioni “metodologiche” circa la durata della misura (percepita come inadeguata a
fronte della complessità dell’iter burocratico per l’accesso al beneficio) ed il perimetro applicativo
(davvero esiguo se rapportato all’intero parco immobiliare esistente nel Paese), è stata anche
ventilata nei giorni scorsi l’ipotesi di una sensibile contrazione del contributo.
La motivazione? A Bruxelles la misura in questione sembrerebbe troppo onerosa.
Il bonus del 110%, il cui finanziamento andrebbe certamente a drenare i fondi stanziati dall’Europa per il
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dovrebbe essere ripensato: non nel contenuto, però!
La misura, difatti, è sicuramente efficace per stimolare il settore edilizio in piena crisi, rilanciare l’occupazione e
ristrutturare, sotto il profilo dell’efficientamento energetico e sismico, il patrimonio immobiliare degli
italiani. Ciò che viene suggerito è, piuttosto, un taglio. Si punterebbe a rimodulare l’entità dell’agevolazione,
scaricandone parte sui privati in modo da gravare meno sulle casse erariali.
Il suggerimento non è stato lasciato cadere.

Al Ministero dell’Economia questi sono giorni cruciali: a poche settimane dalla dead-line del 30 aprile,
data di scadenza per la presentazione dei Piani degli Stati membri (molti di essi sono sul tavolo della
Commissione da oltre un mese), fervono le attività per una più analitica e dettagliata prospettazione
delle linee evolutive degli interventi programmati e degli impatti attesi.
Si tratta di fornire un quadro esaustivo a Bruxelles che sollecita maggiori informazioni chiave sulle
riforme proposte per il raggiungimento degli obiettivi green che sottendono robusti e diffusi risparmi
energetici.
La Rivoluzione verde e la Transizione ecologica costituiscono, difatti, il cuore pulsante del Recovery Plan
presentato dall’Italia, destinato ad assorbire circa 70 miliardi dei fondi stanziati.
E poiché la componente di “efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” costituisce l’architrave su
cui poggia la complessa intelaiatura sottesa al Superbonus 110%, è facile intuire come questa misura sia
al centro di un attento scrutinio sia riguardo alla opportunità di rimodularne l’ammontare che di
verificarne in modo rigoroso i profili di fattibilità e rispondenza alle priorità e agli obiettivi indicati dalla
Ue.

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