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lunedì 10 Marzo 2025
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Tasi, fino al 3,3 per mille sulla prima casa ma solo con gli sgravi alle famiglie

Sulle seconde fino all’11,4 per mille. I Comuni decideranno sulle detrazioni. Confermata la scadenza del 24 gennaio per la Mini-Imu

Il governo cerca di fare chiarezza sulle aliquote Tasi. Alla fine la soluzione individuata prevede un ritocco all’insù delle aliquote in un range compreso tra 0,1 e 0,8 per mille. A condizione però che l’aumento venga utilizzato per concedere maggiori detrazioni alle famiglie. A fare le scelte su come spalmare la maggiorazione Tasi tra abitazione principale e prelievo su tutti gli altri immobili saranno i Comuni. In pratica, se l’annuncio si tradurrà in norme, a partire da quest’anno si potrebbe avere un’aliquota massima del 3,3 per mille per la casa di abitazione e dell’11,4 per le altre. Più in dettaglio l’aliquota sulla prima casa potrà oscillare tra 2,5 pm e 3,3 pm, mentre sugli altri immobili il prelievo potrà oscillare tra 10,6 pm e 11,4 pm.

Prima casa. Nel riorganizzare la tassazione sugli immobili, con la legge di stabilità 2014, il governo ha previsto l’istituzione della nuova Iuc che ingloba la vecchia Imu, ma non per le prime case, la Tari, imposta sullo smaltimento dei rifiuti e infine la Tasi, ovvero l’imposta sui servizi indivisibili. La legge di stabilità aveva previsto un tetto massimo per la nuova Tasi che i comuni non possono alzare oltre il 2,5 per mille. Ora con la modifica annunciata si potrà arrivare al 3,3 pm.

Seconde case. Chi possiede altre abitazioni oltre quella principale, in base alla legge di stabilità 2014, dovrà pagare la vecchia Imu sulle seconde case, più la Tasi e la Tari. Anche in questo caso tuttavia il governo ha previsto un tetto: la somma della Tasi e dell’Imu sulle seconde case non potrà essere stabilita dai comuni oltre il 10,6 per mille. Per far quadrare i conti dei comuni, era stata avanzata l’ipotesi di ritoccare all’insù anche questo tetto per non gravare troppo sulla prima casa.

La maggiorazione. “Allo scopo di deliberare per le famiglie più deboli ulteriori detrazioni rispetto a quelle della legge di stabilità” il governo ha annunciato un emendamento al decreto enti locali secondo cui ai Comuni sarà concessa la possibilità di aumentare le aliquote al di sopra dei massimi attualmente consentiti. Un incremento che “non comporterà un aumento della pressione fiscale” assicura il governo, e sarà compreso tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille complessivo. I comuni avranno piena flessibilità su come spalmare la maggiorazione Tasi tra abitazione principale e prelievo su tutti gli altri immobili.

La prima scadenza. L’appuntamento del 24 gennaio è confermato. Per chi risiede in uno dei Comuni che hanno deliberato un’aliquota superiore del 4 per mille è necessario effettuare il calcolo dell’Imu dovuta con l’aliquota decisa dal Comune, tenendo conto delle detrazioni. A modificare l’aliquota con un aumento sono stati circa 2400 comuni, quasi uno su tre e circa il 60 per cento dei capoluoghi di provincia.

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