back to top
sabato 27 Luglio 2024
spot_img
spot_img

Tax ruling, il Belgio nel mirino della Commissione Ue per aiuti di stato

Annunciato l’avvio di un’indagine sull’operato dell’autorità fiscale, che avrebbe permesso ad alcune imprese multinazionali di spuntare detrazioni consistenti e realizzare extra-profitti.  

Vantaggi fiscali ad hoc, a volte fino al 90% della base imponibile, in favore di alcuni gruppi multinazionali. Con questa motivazione, la Commissione Europea ha annunciato ieri di aver aperto un’indagine sul Belgio per presunti aiuti di stato. Nel mirino sono finiti i cd “tax ruling”, ossia gli accordi che l’autorità fiscale belga avrebbe stretto con alcuni grandi gruppi imprenditoriali, consentendo a queste ultime di spuntare sgravi fiscali e realizzare consistenti extra-profitti. L’Antritrust Ue ha stimato che grazie a queste intese, le imprese multinazionali hanno visto il proprio reddito imponibile abbattuto tra il 50% e il 90%. All’annuncio dell’inchiesta, l’amministrazione fiscale belga si è difesa sostenendo che gli accordi sono compatibili con il principio di piena concorrenza stabilito dall’Ocse.

Sistema selettivo. Aiuto di stato o meno, la Commissione vuole vederci più chiaro. “Sembra che il sistema fiscale belga abbia concesso ad alcuni grandi gruppi favori che sono invece preclusi ad altre aziende”, ha spiegato Margrethe Vestager, commissario Ue responsabile delle politiche di concorrenza. Se fosse confermato dalle indagini, si tratterebbe di “una grave distorsione della concorrenza” e verrebbe meno il principio di equità fiscale “che garantisce a tutte le imprese di pagare la giusta quota di imposte”.

I precedenti. Non è la prima volta che Bruxelles avvia indagini per presunti favori fiscali ai big del mercato. È già successo nel giugno scorso, quando vennero aperte inchieste per aiuti di stato a tre big del mercato: Apple in Irlanda, Starbucks nei Paesi Bassi e Fiat Finance & Trade in Lussemburgo. Anche nell’ottobre 2014 il Granducato finì sotto la lente d’ingrandimento della commissione per via di “accordi anticipati” con Amazon, proprio a ridosso dello scandalo ‘Luxleaks” che vide coinvolto in prima persona l’attuale presidente dell’esecutivo europeo, Jean Claude Junker. 

Dello stesso autore

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

Altro in Archivio

Rubriche