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martedì 29 Aprile 2025
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Tetto al contante e money transfer, Bankitalia avverte: “serve regime più severo”

Per via Nazionale una soglia bassa non è soluzione, ma aiuterebbe a contrastare forme minori di criminalità ed evasione, oltre a garantire più efficienza.

“Mantenere un regime più severo per il contante e le attività più esposte a contaminazioni, come i money transfer”. Lo ha chiesto senza mezzi termini il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, nel corso dell’audizione sulla legge di stabilità 2016 presso la commissione bilancio di Palazzo Madama. “Ritengo che un limite, anche basso, vada mantenuto” ha spiegato, anche perché “dal mero punto di vista del tracciamento delle transazioni, quanto più la soglia è bassa tanto meglio è”. Il tutto ben sapendo che “I limiti all’uso del contante non costituiscono ovviamente un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, specie per il grande riciclaggio”, ma quantomeno “introducono un elemento di difficoltà e di controllo sociale che può ostacolare forme minori di criminalità e di evasione”. In sostanza per via Nazionale “più che il singolo scambio irregolare di contanti, del resto in sé non facile da individuare e sanzionare, conta il fatto che l’esistenza di una soglia scoraggia in via generale una circolazione di banconote troppo ampia, tale da fornire materia a transazioni illecite”. E d’altronde la riduzione dell’uso al contante resta un obiettivo prioritario per l’Italia, non da ultimo “per motivi di efficienza”.

Stati a confronto. Nel corso dell’audizione, Signorini ha ricordato come le direttive antiriciclaggio, che pure richiamano l’attenzione sui rischi connessi con l’uso del contante, non impongono in realtà limiti specifici dando ampi margini di flessibilità agli stati membri. “Di fatto”, ha proseguito, “mentre in molti paesi europei non è previsto un limite, in altri sono previste soglie anche piuttosto basse”, dai 1.000 euro in Francia e Portogallo, ai 2.500 in Spagna, fino ai 3.000 in Belgio. Ciononostante le statistiche indicano che nel 2013 per ogni italiano vi sono state 74 operazioni regolate con strumenti alternativi al contante, contro una media di 203 nell’intera area dell’euro, a conferma del fatto che “nel nostro paese la propensione all’utilizzo del contante rimane molto più elevata della media europea”.

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