La Commissione europea accelera sul riordino della fiscalità delle imprese. Il 18 maggio scorso ha presentato al Parlamento europeo e al Consiglio la Eu tax policy agenda, un articolato e comprensivo programma che contiene piani e strategie per la messa a punto di un sistema fiscale equilibrato ed ispirato ai principi di equità, efficienza e semplicità. Il raggiungimento di tale ambizioso e sfidante obiettivo, ad avviso della commissione, si inserisce nel più ampio quando di iniziative e riforme messe in campo dalla Commissione stessa per il rilancio dell’economia. Tra le priorità indicate la crescita sostenibile attraverso il sostegno alle politiche unionali di ampio respiro del Green Deal, dell’Agenda digitale e della Nuova Strategia Industriale per l’Europa. Un sistema fiscale che sostiene la transizione ecologica non potrà che accelerare e favorire la riuscita del Green Deal: in particolare, le misure fiscali si accompagneranno a politiche dei prezzi e misure regolamentari ad hoc per assicurare la svolta “green” perseguita dalla
Commissione. Si colloca in tale contesto la imminente proposta di riforma della direttiva 2003/96/CE sulla tassazione dei prodotti energetici.
Già nel 2011 la Commissione aveva sottolineato la necessità di procedere ad una revisione del quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici al fine di garantire il trattamento uniforme di tutte le forme di energia e creare un quadro adeguato per la tassazione dell’energia da fonti rinnovabili. La proposta in itinere si sviluppa in maniera coerente con gli obiettivi di crescita sostenibile e prevede la razionalizzazione del vigente sistema di aliquote minime e la rimozione di esenzioni obsolete e contrastanti con gli obiettivi in precedenza declinati. In particolare, viene prevista l’adozione di un sistema di tassazione (Carbon Border Adjustment Mechanism, CBAM) che colpirà l’importazione di beni ad alta incidenza di carbonio. La leva fiscale viene utilizzata per la istituzione di un vero e proprio “dazio” per tutelare le imprese europee dalla concorrenza delle imprese localizzate in Paesi terzi ove
vigono regole meno severe e stringenti sulla tutela ambientale.
Ad avviso dell Commissione, inoltre, la efficiente riscossione delle imposte costituisce la pre-condizione per finanziare la creazione e il mantenimento di servizi pubblici di qualità e, soprattutto, per l’equa e giusta suddivisione del carico fiscale tra i contribuenti. Solo così può essere garantita la parità di condizioni e quindi, la competitività tra le imprese operanti nella Ue. La Commissione rileva estrema preoccupazione per i dati sulle frodi fiscali (stimata pari a 46 miliardi di euro l’anno l’evasione dei singoli contribuenti e oscillante tra i 35-70 miliardi di euro quella delle società).
La fiscalità delle imprese viene inserita in un quadro di azioni mirate a ridurre gli oneri amministrativi e a rimuovere gli ostacoli impositivi tributari al fine di garantire che il Mercato Unico dispieghi appieno le sue potenzialità e vantaggi a favore delle imprese che vi operano. Il progetto risponde al nome di BEFIT (Business in Europe: Framework for Income Taxation) e cui driver principali sono: la semplificazione delle imposte sulle società (in particolare, si prevede il ritiro della proposta per la realizzazione di una base imponibile consolidata comune per i redditi societari); l’equità, grazie ad una revisione delle attuali regole di allocazione della potestà impositiva tra gli Stati membri; lo snellimento della burocrazia, mediante la riduzione dei costi di conformità; il rilancio del Mercato Unico, favorendo la creazione di posti di lavoro ed alimentando le opportunità di investimento.