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domenica 1 Settembre 2024
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Ue, Monti bocciato su lotta all’evasione e lavoro nero

In un documento la Commissione Europea raccomanda all’Italia di aumentare lo spostamento del carico fiscale dal lavoro e dal capitale verso i consumi e la ricchezza patrimoniale e di intensificare verifiche e controlli.

Importanti passi avanti nella ristrutturazione dell’economia italiana, ma troppo pochi verso il contrasto all’evasione fiscale e al lavoro nero. La Commissione europea boccia il Governo Monti in un documento di 26 pagine diffuso da Bruxelles, in cui emerge un destino ancora cupo per l’economia italiana che deve far fronte a un debito pubblico molto elevato e una persistente debolezza della crescita. L’analisi della Commissione prende in considerazione il programma nazionale di riforma  (Pnr) e quello di stabilità (Ps) per il 2012 presentati dall’Italia ad aprile e approvati dal Parlamento italiano e valuta lo stato di attuazione delle raccomandazioni specifiche formulate dalla Commissione nel 2011 sulle politiche di riforma economica e strutturale dell’Italia e l’Analisi annuale della crescita per il 2012 nel Paese. E, sebbene, la risposta politica adottata per garantire il risanamento delle finanze pubbliche e affrontare le annose carenze strutturali dell’Italia sia sostanzialmente promossa, sono diversi i punti critici sottolineati da Bruxelles. In particolare in campo fiscale, la Commissione ha precisato che il pesante onere fiscale che grava sul lavoro ha un impatto negativo sull’offerta e sulla domanda di manodopera e che la riduzione dell’evasione fiscale e ilmiglioramento del rispetto delle norme richiedono ulteriori interventi decisi. Secondo l’analisi di Bruxelles, infatti, la struttura del sistema fiscale così come il livello elevato di evasione fiscale e lavoro non dichiarato hanno inciso negativamente sui risultati economici del Paese. Il rispetto delle norme fiscali e la governance fiscale sono inoltre ostacolati da una molteplicità di spese fiscali e da complesse e laboriose procedure amministrative. Un primo passo importante, secondo la Commissione, potrebbe essere lo spostamento del carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi e ai patrimoni, una misura già parzialmente messa in atto dal Governo, ma che deve essere ulteriormente accentuata, tenendo conto degli effetti distributivi.

 

I punti da migliorare. Gli sforzi di risanamento delle finanze pubbliche compiuti dall’estate 2011 in risposta alla crisi del debito sovrano che vertono sul lato delle entrate sono stati numerosi, il che comporta un ulteriore aggravamento del carico fiscale generale già elevato, si legge nel rapporto di Bruxelles. Ma questo non significa una bocciatura totale delle misure intraprese dal governo che operano comunque un certo riequilibrio del carico fiscale, trasferendolo dal lavoro e dal capitale verso il consumo e la ricchezza patrimoniale. Un provvedimento opportuno, secondo la Commissione, data la marcata dipendenza dell’Italia da imposte dirette e il potenziale di crescita insito in un tale spostamento. Allo stesso tempo, inoltre, la composizione delle misure aumenta l’equità complessiva del sistema, poiché comprende una maggiore deducibilità dei costi del lavoro dalla base imponibile delle imprese, in particolare per le donne e i giovani lavoratori, un aumento delle imposte sulle proprietà immobiliari con una rivalutazione della base imponibile, maggiori imposte sugli strumenti finanziari e su determinati beni di lusso. Bene, inoltre, la riforma, in programma dal Governo, delle spese fiscali che dovrebbe contribuire a semplificare il regime tributario e avere conseguenze su altri settori dell’economia. Ma, ammonisce Bruxelles, esiste ancora un margine di manovra per operare un ulteriore spostamento del carico fiscale dal lavoro e dal capitale verso i consumi e la ricchezza patrimoniale, anche al fine di favorire la partecipazione al mercato del lavoro delle persone che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare. E infine, il miglioramento del sistema di recupero delle imposte non versate rimane una sfida prioritaria per l’Italia.

La legge delega sulla riforma fiscale. Soddisfano Bruxelles gliobiettivi cui mira la nuova legge delega sulla riforma fiscale adottata dal governo il 16 aprile che mira a: semplificare il sistema fiscale grazie alla revisione e alla razionalizzazione delle spese fiscali; renderlo più favorevole alla protezione dell’ambiente; migliorare il rispetto della normativa tributaria e rafforzare la lotta contro l’evasione fiscale; sostituire l’imposta sul reddito delle persone fisiche per le microimprese e i lavoratori autonomi con il pagamento a forfait di un’unica imposta societaria; migliorare l’equità mediante la revisione dei valori catastali avvicinandoli ai valori di mercato.

Federalismo fiscale. Punto debole del nostro sistema, la Commissione constata come il decentramento fiscale in Italia sia ancora incompiuto, quando invece il suo sviluppo potrebbe  rivelarsi un utile complemento alle riforme strutturali e al risanamento di bilancio in Italia. Trasferimenti provenienti dal governo centrale continuano invece a finanziare una quota ingente della spesa regionale e locale, determinando considerevoli squilibri verticali di bilancio. Conferendo alle amministrazioni periferiche maggiori competenze in materia di bilancio e obbligandole a rendere conto ai loro cittadini dell’utilizzo dei fondi pubblici, secondo Bruxelles, è possibile migliorare la distribuzione delle risorse pubbliche e il rapporto tra contribuenti e amministrazioni pubbliche.

Raccomandazioni. In un documento a parte di sei pagine dedicato alle raccomandazioni, la Commissione ammonisce poi l’Italia su diversi punti. Il Paese si deve impegnare a proseguire la lotta contro l’evasione fiscale, a perseguire l’economia sommersa e il lavoro non dichiarato, intensificando verifiche e controlli, ad adottare misure per ridurre la portata delle esenzioni fiscali, le indennità e le aliquote Iva ridotte e semplificare il codice tributario. Ad intraprendere infine ulteriori azioni per spostare il carico fiscale dal lavoro e dal capitale verso i consumi e i patrimoni.

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