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domenica 7 Luglio 2024
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Vincitori 2022: Motivazioni e tesi di Nadia Ricci

La tassazione ambientale: tra diritto ed economia

Nadia Ricci affronta con particolare incisività il tema della tassazione a tutela dell’ambiente. L’argomento viene analizzato sia sotto il profilo economico-quantitativo che giuridico. Il punto di partenza delle analisi svolte è la connotazione dell’ambiente quale bene pubblico: il suo deterioramento corrisponde al consumo di una risorsa scarsa, che si origina da uno specifico “fallimento dei mercati”. La tesi si propone, dunque, di individuare quale sia la forma di prelievo più equa ed efficace rispetto agli obiettivi della tutela ambientale e della progressività della tassazione. In  pratica al prelievo viene affidato il compito di riequilibrare il rapporto tra utilità individuale di chi ricava profitti deteriorando l’ambiente e collettività rendendo meno conveniente il consumo della risorsa ambientale.

Viene analizzata l’evoluzione della tassazione ambientale. Inizialmente, il prelievo aveva preso la forma delle imposte di scopo, tendenti idealmente a colpire il sovraprofitto delle imprese connesso al consumo della risorsa ambientale. Tuttavia, detto consumo rimaneva estraneo alla struttura del tributo e, quindi, la tutela ambientale costituiva uno scopo extrafiscale dell’imposta, che veniva perseguito mediante il disincentivo di determinate attività (c.d. “tassazione ambientale funzionale”). Solo con la Comunicazione “Imposte, tasse e tributi ambientali nel Mercato Unico” del 29 gennaio 1997 della Commissione Europea, che ha sancito il principio “chi inquina paga”, sono stati introdotti tributi ambientali veri e propri, ossia, fattispecie tributarie nelle quali il consumo della risorsa ambientale è divenuto un vero e proprio presupposto impositivo.Nadia Ricci partendo dall’assunto che il principio di capacità contributiva e il suo corollario della progressività sono una estensione dei principi di solidarietà ed uguaglianza, aderisce all’orientamento secondo cui il tributo più idoneo a dare forma alla tassazione ambientale sia l’imposta, qualificando il consumo della risorsa ambientale quale elemento di capacità contributiva. La tesi evidenzia, tuttavia, il rischio di una regressività dell’imposizione ambientale, strutturata come imposizione indiretta sui consumi. Per contrastare tale rischio viene proposto che nella strutturazione dell’imposta ambientale si debba tenere conto della natura del bene sul cui prezzo al consumo finisce per incidere il tributo, nonché, si propone di destinare il gettito di detti tributi a finalità che nella sostanza ne riducano i potenziali effetti regressivi.

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