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sabato 5 Ottobre 2024
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Visco: delega fiscale, cronaca di un disastro totale

L’accordo raggiunto dal governo con la sua maggioranza sulla delega fiscale merita alcune considerazioni conclusive. Sul catasto, come ho già scritto, il governo ha subito una sconfitta politica e culturale rinunciando a un catasto basato sui valori patrimoniali e mantenendolo su base reddituale, ma può affermare di avere comunque la possibilità di varare una riforma complessiva, per quanto pasticciata e imperfetta. Ma per quanto riguarda l’unico aspetto della riforma che si basava su una visione organica del sistema tributario e della imposizione diretta, cioè l’adozione di un sistema compiuto di Dual Income Tax, la debacle è stata totale e anche poco dignitosa. Il sistema duale infatti salta completamente, il nome stesso viene espunto dalla delega, si mantiene la differenziazione delle aliquote che si applicano alle diverse forme di reddito da capitale e immobiliare, si scrive addirittura che il sistema futuro dovrà basarsi su un approccio cedolare, prospettando così il ritorno alla situazione precedente alla stessa riforma del 1973, si mantiene e anzi si rafforza il regime forfettario per i lavoratori autonomi e le piccole imprese, il che significa, per fare un esempio, che a parità di reddito, per esempio 35.000 euro, un lavoratore indipendente continuerà a pagare 2.500 euro in meno di un dipendente e 3.400 in meno di un pensionato. Per non parlare delle contraddizioni e contorsioni logiche presenti in tutto il testo, in cui ciascun partito ha cercato di introdurre elementi identitari. Insomma, un disastro. Ma la cosa più interessante è cercare di capire quale è la visione del sistema impositivo che emerge dal documento, approvato all’unanimità, salvo l’opposizione di Leu all’art. 2, quello relativo appunto all’ex sistema duale. I punti di riferimento sembrano i seguenti:
 
1) Le imposte non possono mai essere aumentate, ma solo ridotte.
2) Le disparità di trattamento esistenti sono irrilevanti e vanno mantenute.
3) Il contrasto all’evasione non è che un altro modo per aumentare le tasse e quindi va contestato.
4) Gli accertamenti già effettuati (evasione accertata) vanno rottamati.
5) I metodi di accertamento basati sulle banche dati e l’intelligenza artificiale vanno banditi, eventualmente col sostegno del Garante della Privacy.
6) I redditi di capitale, immobiliari, dell’agricoltura, ecc. devono essere tassati meno di quelli da lavoro, e alcuni non tassati affatto.
7) I redditi da lavoro indipendente devono essere tassati (molto) meno di quelli da lavoro dipendente o da pensione, in quanto i lavoratori dipendenti sono garantiti, mentre gli autonomi si assumono dei rischi; quanto ai pensionati, rappresentano una categoria improduttiva, e quindi non meritevole di attenzione.
8) Il cuneo fiscale andrebbe ridotto, ma dato che la riduzione non può essere finanziata, è bene che tutto resti com’è.
9) Le imprese maggiori non vanno disturbate e quindi la tassazione attuale va bene, elusione compresa. Senza però escludere che, se mai vi fosse necessità di gettito, su di esse si potrebbe intervenire.
10) Evocare imposizioni patrimoniali (successioni ed altro) è anatema.
11) Razionalizzare l’imposizione Iva va evitato perché alcuni prodotti potrebbero essere tassati di più.
Ecc.
 
Prego di credere che non vi è nessuna forzatura in quanto scritto, che rappresenta solo un resoconto puntuale, ed è indicativo delle componenti sociali che il Parlamento in carica ritiene prevalenti e meritevoli di protezione. E’ anche probabile che non pochi dei parlamentari coinvolti negherebbero che queste sono le loro intenzioni effettive (ignoranza e inconsapevolezza). Che dire ancora? E’ evidente che la delega non sarà esercitata. Del resto, sia il Presidente del Consiglio che il Ministro delle Finanze e alcuni dei loro collaboratori sono economisti di livello, pienamente consapevoli del risultato finale della defatigante trattativa. Si può solo sperare che abbiano almeno la forza di varare i decreti legislativi relativi al catasto e alle misure antievasione, le uniche “coperte” dagli impegni assunti in Europa per il Pnrr. Per il resto attendiamo tempi migliori. Certo che il fatto che solo la sparuta pattuglia di Leu abbia avuto la forza di dire no, rappresenta una tragedia nella tragedia.

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