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sabato 27 Luglio 2024
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Visco: Ridurre il prezzo della benzina utilizzando il maggior gettito Iva  

Verso la fine degli anni ’90, di fronte ad un consistente ed inatteso aumento dei prezzi del greggio, il Governo dell’epoca (in sostanza chi scrive) fece approvare una legge che consentiva ai governi di stabilire con un semplice decreto ministeriale una riduzione del prezzo dei carburanti utilizzando il maggior gettito dell’Iva per compensare una riduzione delle accise, in modo da contenere i prezzi e mantenere invariato il gettito. La legge, ancora in vigore, fu poi utilizzata da Mario Draghi. Anche l’attuale Governo ha fatto ricorso a questa norma, e anzi ha imposto per legge che, superati certi livelli di aumento, il Governo deve intervenire. Ciò crea qualche imbarazzo perché l’orientamento attuale dell’esecutivo è invece quello di utilizzare il maggior gettito Iva per la prossima manovra finanziaria.

Per giustificare questa scelta vengono usati alcuni argomenti o discutibili, o del tutto errati, senza che ciò venga evidenziato nella polemica politica. In particolare, si lamenta che l’intervento sarebbe di carattere generale e non selettivo, mentre questo è uno dei suoi pregi principali, dato che si tratterebbe di correggere effetti indesiderati che in condizioni normali non si sarebbero verificati. Si dice inoltre che ridurre le accise sarebbe regressivo, e questo è un errore evidente. Infatti, le accise sono imposte che si calcolano sulle quantità vendute e non sul prezzo di vendita, e quindi il loro gettito è costante a parità di consumi effettuati: quindi, esse incidono maggiormente sui contribuenti più poveri. Ma proprio per questo la loro riduzione ha l’effetto opposto: la manovra diventa progressiva. Si tratta di un problema minore, di ridotto impatto pratico se non fosse che questa affermazione è contenuta nel Def pubblicato nella scorsa primavera che, almeno in teoria, dovrebbe essere scritto da persone competenti.

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