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sabato 5 Ottobre 2024
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Voluntary, un anno per gli accertamenti. E i 5 stelle attaccano: “è un condono”

Il governo fissa a fine 2016 il termine di decadenza per gli accertamenti relativi alla voluntary disclosure e scoppia la bagarre in commissione finanze della Camera. Dubbi sulla possibilità che l’agenzia riesca a esaminare tutte le pratiche: “Così si rischia di non far pagare nulla agli evasori” accusano i 5 stelle.

Da un lato il governo che impone all’Agenzia delle entrate di effettuare gli accertamenti relativi alla voluntary disclosure entro la fine del 2016. Dall’altro le opposizioni, 5 Stelle in testa, che gridano all’ “ennesimo condono” fatto da “un governo che non ce la fa proprio a non aiutare i grossi evasori”. Una bagarre che si è consumata ieri in Commissione finanze durante la votazione sul ddl di conversione del decreto di proroga della voluntary disclosure, che oggi approderà in aula. Oggetto del contendere una modifica inserita dall’esecutivo nel D.l. 153/2015, che fissa al 31 dicembre 2016 i termini di decadenza per gli accertamenti e le notifiche degli atti di contestazione che scadono alla fine di quest’anno. Un cambio di regole in corsa che ad avviso del M5s costringerà l’Agenzia delle entrate a esaminare in fretta e furia le migliaia di pratiche relative alla procedura di collaborazione volontaria, col rischio “di lavorarle in modo superficiale o non valutarle affatto”, sottolinea il deputato 5s Daniele Pesco. “E’ una misura ovviamente concordata con le Entrate – spiega a Fisco Equo Giovanni Sanga (Pd)- e necessaria per evitare ritardi e incertezze, oltre ad essere funzionale all’amministrazione e agli incassi”. Non è un mistero infatti che il governo punti molto sul gettito della voluntary. Anche perchè nella legge di stabilità circa 2,4 miliardi di entrate attese con la procedura sono stati messi a copertura delle clausole di salvaguardia previste per il 2016.

La modifica. Un passo indietro: il D.l. 186/2014 stabiliva che “tra la data di ricevimento della richiesta di collaborazione volontaria e quella di decadenza dei termini per l’accertamento o la notifica dell’atto di contestazione intercorrono non meno di novanta giorni”. In sostanza non si prevedeva un termine ultimo, come invece accade nel D.l di proroga della voluntary, dove “al fine di assicurare la trattazione unitaria delle istanze e la data certa per la conclusione dell’intero procedimento” si introduce una scadenza unica “limitatamente agli imponibili, alle imposte, alle ritenute, ai contributi, alle sanzioni e agli interessi relativi alla collaborazione volontaria”. A conti fatti, l’amministrazione finanziaria avrà a disposizione un anno esatto per verificare la correttezza dei dati forniti dai contribuenti che aderiscono alla procedura di rientro dei capitali.

Corsa contro il tempo. Per quanto stretti possano essere i tempi, quel che è certo è che l’Agenzia si è già impegnata con il governo a esaminare tutte le istanze entro i nuovi termini. Una promessa difficile da mantenere, secondo alcuni addetti ai lavori. Anche perché stando agli ultimi dati del 26 ottobre scorso, le richieste di adesione alla procedura già pervenute sono 76mila ed entro la fine del 2015 si stima possano almeno toccare quota 80mila. Che moltiplicate per le cinque annualità da controllare fanno circa 400mila accertamenti sostanziali. Un numero consistente se si considera che l’Agenzia effettua in media 700mila accertamenti ogni anno, 300mila se si escludono quelli automatizzati. Come la macchina fiscale riuscirà a a portare a termine un numero più che doppio di accertamenti rispetto agli ultimi anni, resta ancora un’incognita. Il tutto, per di più, nel bel mezzo di un caos dirigenziale ancora lontano dall’essere risolto.

Rischio condono. Da qui la protesta dei deputati pentastellati, perchè “se l’Agenzia delle entrate non riuscisse ad accertare entro un anno le richieste, dovrà fidarsi di quello che ha scritto l’evasore che ha portato i soldi all’estero”, il quale, nel peggiore dei casi, “potrebbe non pagare nulla”. L’ipotesi al momento non viene presa in considerazione dalla maggioranza. “Non si può continuare con i se e i ma- ribadisce l’On. Sanga- il governo si è confrontato con l’Agenzia e si è arrivati ad una decisione concordata. Se ci saranno problemi, si farà il possibile per consentire che venga attuata”.

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